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N.09 - Sei più da Riccia o da Frolla?


La storia della sfogliatella è avvolta da leggende, infatti si tratta di un dolce leggendario. E, come tutte le storie, è fatta di versioni diverse. Qui servite: riccia e frolla.


Prima di essere dolce, la sfogliatella è storia. A Conca dei Marini, nel convento di Santa Rosa da Lima, nacque un dolce impastato a partire da un’esigua quantità di pasta di semola. Intorno al 1680, una suora mescolò la pasta con altre fortunate rimanenze (crema pasticciera e amarena): chiamò il dolce “sfogliatella di Santarosa”, dedicandolo alla santa titolare del convento.


Non è dato sapere se la Marchesina di Villarosa, rinchiusa nello stesso convento, mentre riceveva le lettere d’amore Giambattista Vico, sapesse della deliziosa creazione originale della suora. Non sappiamo neanche se Pasquale Pintauro, l’oste che viveva a Via Toledo sull'inizio del XIX secolo e che trasformò il dolce in gustoso mito, abbia ottenuto davvero la ricetta come testamento di una zia suora a Santa Rosa di Lima o abbia davvero costretto una delle sue figlie a prendere i voti e rubare la ricetta per lui.


Quello che sappiamo: la domanda “riccia o frolla?” è il dilemma che farebbe tremare i polsi persino ad Amleto, la sfida delle sfide - quella che stimola l’immaginazione prim’ancora che il palato: un attacco su più fronti di dolcezza, sfogliatelle di entrambi i tipi che volano, arrivano da ogni direzione, e noi non vogliamo trovare riparo.



Lorenza Sabatino



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