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N.24 - L’oscura, incurante sultana

Di Napoli ce n’è solo una, ma parla in modo diverso a ciascuno di noi. Complici i mille volti della città, ogni passeggiata a Napoli è un’esperienza diversa.

Sarà capitato a tutti di passare per piazza del Plebiscito e osservare qualcuno intento a camminare bendato, come se stesse giocando a mosca cieca, con dietro un gruppo di amici che ride e si diverte.

Piazza del Plebiscito può essere suddivisa in due parti: la prima ha una conformazione semicircolare, mentre l’altra è rettangolare, determinata nel lato lungo dal profilo del palazzo Reale. Nella piazza si ergono le due statue equestri di Carlo III di Borbone (iniziatore della dinastia borbonica) e di suo figlio Ferdinando I.


Ebbene, alla base della storia della piazza c’è un’antica tradizione: nessuno, ma proprio nessuno, sarebbe in grado di passare tra le statue dei due cavalli di piazza Plebiscito con una benda sugli occhi.


E che dire di Piazza del Gesù?


L’obelisco al centro della piazza è dedicato dall’Immacolata Concezione. Fu eretto per volontà di Carlo di Borbone, grazie alla mediazione di un padre gesuita, che raccolse tantissime elemosine da parte dei napoletani, da sempre devoti alla Vergine Maria.


E ancora:


Port’Alba, via Caracciolo, piazza Mercato, il golfo, il cielo di Napoli, le citazioni culturali che nella città sono radicate e nascoste. Disordinate, come pezzi di una scenografia caotica e rumorosa.




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